QUELLI CHE LA RIFINITURA LA FANNO CON LA SQUADRA....

E' uno stato d'animo strano, anche questo una novita' , come in questi ultimi anni tanti ne abbiamo provati, una stanchezza psicologica forse dettata da una stagione "strana" dove nel giro di pochi giorni , in piu di un'occasione siamo passati dal delirio di onnipotenza con la prospettiva della serie A, alla tremenda depressione di salvarci per un pelo , a sperare nei play-off per poi programmare una gita alle isole borromee...
La cruda (fortunatamente...) realta' e' che oggi, a due giornate dalla fine siamo (fortunatamente...) incazzatissimi perche' abbiamo un filo di speranza di giocarci qualche minuto in piu' dopo la stagione regolare, incazzatissimi perche' se fossimo noi (come spesso capita di sognare mentre non si ha un cazzo da fare...) a scendere su quel prato che sembra un biliardo, daremmo una gamba per segnare un gol e correre sotto la Curva Nord e denudarsi di tutto lanciando oltre la rete quello che abbiamo sulla pelle, perche' noi sappiamo quello che proviamo a stare da quell'altra parte.
Ci piace far sapere a chi scende in campo che hanno una grande fortuna di essere li sotto idolatrati e osannati, da chi in un modo o nell'altro spesso rinuncia alla pizza con la famiglia o la serata con gli amici per spararsi d'un fiato piu' di mille chilometri, certo tra goliardia e divertimento, ma con il pensiero unico di sostenere undici giocatori che rappresentano il nostro sogno, undici di noi che si ammazzano sotto la curva per esultare , che rimangono in mutande per dare maglie e far felici come bambini uomini spesso di mezza eta' che alla sera , senza neanche lavarla si mettono la maglia conquistata sul campo e guardandosi allo spacchio si vedono gia' la, sudati a lottare su ogni pallone, senza saliva e con il fiatone che ti sembra di morire, quella maglia che non  ha un nome, ma ha un significato speciale, una questione primaria nella vita di ognuno di noi.
Se chi scende in campo pensa che finita la partita ce ne andiamo tutti a casa felici o scontenti per un sabato, non ha certo capito nulla, si perche' spesso le settimana nascono bene o male partendo dal risultato del Varese.
Questo e' quello che proviamo, e questo e' quello che vogliamo trasmettere a chi DEVE portare SEMPRE con rispetto quello stemma all'altezza del cuore, e' inimmaginabile che ci sia qualcuno che gioca a calcio senza passione, senza la fame di vittoria.
Non ci crediamo, non osiamo credere.
Certo e' un lavoro, e ognuno ha i suoi progetti e sogni fino a quando si indossa una maglia da calcio ci si deve immolare per quei colori, lasciare tutto fuori da quei novanta minuti.
Adesso ce ne sono 180 di minuti da giocare, due partite da vincere, si perche' il minimo che ci aspettiamo sono una vittoria e un pareggio, non meno, poi quello che verra' lo prenderemo , come lo abbiamo sempre fatto, e tra quindici giorni vedremo il nostro futuro, magari con la prospettiva di giocare almeno minimo due partite, con un colpo di coda di una trasferta che sara' una bella occasione per l'occasionale di riempire i pullman e noi di goderci una bella botta (l'ennesima in pochi anni ...) alle coronarie, oppure chiudere baracca e burattini per dedicarci solo ed esclusivamente a grigliate e birra per poi ricominciare a sognare una nuova stagione bella tosta con meta' delle trasferte da piu' di 2000 km.
Quindi , visto che stiamo ballando, balliamo fino in fondo e vediamo chi c'e' veramnete, chi  si prova la maglia davanti allo specchio e chi inizia bene la settimana con la vittoria del Varese, domenica mattina TUTTI ALLO STADIO ALLE ORE 10 come i ragazzi della Curva Nord fanno sapere, i brividi sul coppino sono quelli che sentiranno i giocatori, una carica un elettroshock che dovra' far risvegliare il sentimento nella testa di chi ci rappresenta, una spinta che si da ai corridori sulla salita piu dura del giro d'Italia, quella che ti fa rspirare a pieni polmoni per poi strappare il manubrio e con la testa bassa spingere sulle gambe per arrivare in cima con le ultime forze rimaste.
Se questo non avverra', nessuno escluso, avra' piu' il diritto di dire nulla, di parlare o sbraitrare, ci si dovra' rinchiudere nel silenzio di chi accetta di consegnare le armi prima di finire la battaglia.